Quella finale di Wimbledon

Quella finale di Wimbledon

Mi innamorai del tennis quando casualmente, da ragazzino, mi imbattei in televisione nella finale maschile di Wimbledon, non conoscevo nulla di quello sport ma rimasi incantato dalla classe e dalla eleganza di uno dei due giocatori in campo, Stefan Edberg, uno svedese dal viso angelico che giocava con l'orologio al polso e si muoveva nel campo leggero come un ballerino.



Dopo qualche giorno iniziai anche io a giocare a tennis, Edberg divenne il mio idolo sportivo e la Svezia, nella mia fantasia, divenne il posto dove tutti erano angeli eleganti.
Ero giovane ed ingenuo ed a ripensarci mi viene da sorridere ma, nel tempo, l'affetto per quel popolo mi è rimasto, soprattutto dopo aver scoperto la loro grande passione per la musica ed il design.
Racconto questa breve storia perché Johan, svedese trapiantato a Milano per amore, e Diana mi hanno dato l'occasione, progettando i due #dodicipollici per la loro nuova casa di tornare, con il cuore, a quel paese popolato da angeli e a quella finale di Wimbledon.



Nei due mobili trovano spazio sia i vinili nei cubi EGO e DECA che i CD nei mezzo NINA e c’è una parte con cubi e mezzi cubi aperti anche sul fondo per alleggerire la struttura e lasciare filtrare la luce.
Johan ha voluto attaccare due supporti per appendere le sue chitarre e Diana mi ha chiesto di inserire dei led sulla parte superiore dei mobili per illuminare la zona

















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